Venerdi santo. Un percorso INIZIATICO

Il Venerdi Santo non è solo un venerdi di passione, ma è un vero e proprio PERCORSO INIZIATICO.

Nel Venerdi Santo e nelle tre giornate che ne seguono si commemora ciò che successe DOPO  la notte di preghiera fra gli ulivi, e la cattura di Gesù.

Il venerdi Gesù viene condotto davanti a Ponzio Pilato e tutta la storia che ne consegue e che sicuramente tutti conoscono bene.

Ma cosa significa esattamente tutto questo racconto?

Forse non tutti sanno che in tutto il mondo allora conosciuto ogni racconto si poteva leggere in vari modi:

  • Nel modo essoterico, cioè accettando i fatti reali come si presentano nel racconto
  • Nel modo esoterico, cioè leggendo fra le righe ciò che può capire solo chi conosce il livello spirituale
  • Nel modo segreto, cioè ciò che solo gli iniziati possono capire.

Tutti i racconti di Gesù, le sue parabole e tutto il nuovo testamento, così come il vecchio testamento, sono intelligibili a tutti e tre i livelli, proprio come era consuetudine allora ed ancora fino ai nostri giorni in alcune parti del mondo.

E’ per questo che i primi cristiani gnostici vedevano nel racconto un PERCORSO INIZIATICO molto particolare.

Nella notte di plenilunio successiva all’equinozio di primavera (risveglio) cominciavano un periodo di introspezione e di solitudine per entrare nel “Buio” (significato della notte) della propria Anima ed estrarne i lati più negativi attraverso un ipotetico viaggio fra gli ulivi (ulivo significa rigenerazione e Pace quindi rigenerare sé stessi e riappacificarsi) per morire a sé stessi.

La morte a sé stessi non è mai serena. Significa riconoscere e lasciare quegli angoli bui o poco chiari della propria anima, del proprio carattere. Riconoscere le proprie limitazioni, i propri difetti e combatterli come nemici. Il viaggio INIZIATICO proprio perché e tale, è sempre un viaggio di sofferenza grande perché implica di lasciare tutto ciò a cui si è legati, tutto ciò che fa comodo, i lato di confort e ricominciare spesso da capo.

La parte più difficile è riconoscere quali siano realmente i propri difetti e cercare di estirparli con le 14 stazioni della via Crucis (preciso che una è stata aggiunta in itinere, visto che all’inizio erano 13 che rappresentavano anche i 12 apostoli + il Maestro) che rappresentavano il viaggio introspettivo, sempre più pesante, sempre più rivolto verso la morte del vecchio essere fino alla sua stessa crocefissione attraverso i chiodi.

I chiodi sono da sempre stati utilizzati per bloccare le energie negative, gli spettri e ogni altra negatività energetica al di fuori delle case o gli ambienti.  Si utilizzano ancor oggi grossi chiodi quadrati in varie civiltà per bloccare le negatività e non lasciare che provochino fastidi.

Il crocefisso stesso ha una valenza importante nel simbolismo. Esso dichiara che nel congiungimento dei due assi, dove si sovrappongono, viene convogliata una particolare energia che gli esseni utilizzavano come energia di guarigione (vedi le guarigioni essene o anche il Reiki di Lemuria) che passa attraverso il corpo eliminando le negatività e facendo tornare la LUCE.

Lo stesso legno è particolare: il Venerabile Beda (Santo e Dottore della chiesa vissuto nel VI secolo d.c. quindi ancora vicino alla scuola gnostica) sosteneva che la croce fosse formata da quattro diversi tipi di legno:

il palo verticale di cipresso

la traversa di cedro

la parte sopra all’iscrizione di pino

e l’iscrizione di bosso.

Tutti alberi e legni particolari nella simbologia esoterica.

Quindi il viaggio iniziatico portava alla crocefissione di quell’IO che travisava la santità, che ostacolava la possibilità dell’Anima di ricongiungersi al Divino da cui si era allontanata nel momento della incarnazione.

La crocefissione era dimostrazione diretta che l’uomo doveva “morire” alle sue pulsioni negative, alle sue passioni e sentimenti nocivi e pregiudizievoli  e richiedere al momento della morte iniziatica, collegandosi al Divino interiore, di risorgere a nuova vita.

Ne è degna testimonianza il sepolcro che viene donato da un personaggio di buon cuore, che lo aveva preparato per sé ma che lo dona volentieri a Gesù perché conosce il valore della sua morte.

Spesso è proprio un amico di percorso, una persona che conosce il valore della nostra stessa Anima che ci dona il proprio sepolcro, per fare in modo che, dopo la grande fatica della Morte interiore possiamo riposare e risorgere nella nuova Luce. In oriente si chiama Sangha, la comunità di amici che sono pronti ad aiutarti dandoti il proprio sepolcro (visto come l’accesso alla propria comprensione, aiuto e possibilità di restare in osservazione della propria catarsi

E che dire della resurrezione che avviene il terzo giorno? Tre è il numero della perfezione divina. Dopo tre giorni il sepolcro viene aperto: la pietra, la durezza del cuore della persona viene meno, si sposta (o meglio viene spostata da un Angelo che rappresenta la forza superiore che ci avvicina e ci lega a Dio), dando la possibilità di risorgere a nuova Vita e nella immensa luce del Divino interno a noi.

La pietra spostata viene vista da una donna, dalla parte creativa e femminea dell’animo, quella parte che è così cara ad Elohim, il Dio della creatività e della gioia, quella parte di noi stessi che deve forzatamente essere in equilibrio con il nostro mascolino per poter ascendere alla parte neutra, la divinità interiore. A quel punto Yaveh, il Dio della ferrea logica, della punizione, quel Dio che aveva messo l’uomo nell’Eden (recinto) è sconfitto.

Non per nulla dopo le guerre intestine del dopo Cristo, gli Ebrei durante la distruzione del tempio hanno perduto il nome del Dio della distruzione e della persecuzione. Tutto questo sempre sotto la lettura esoterica degli eventi.

Il terzo giorno quindi lo gnostico si risvegliava dalla sua morte iniziatica per giungere a toccare con mano il regno Divino che non era fuori, lontano, in alto nel cielo, ma semplicemente dentro e stesso, nella Pace e nella Serenità donata dalla propria Anima ricollegata con il Divino che permea il tutto.

Questo percorso INIZIATICO lo possiamo fare ancora anche noi, morendo alle nostre comodità alle nostre convenzioni ed alla durezza del nostro cuore. Ognuno a suo modo, ognuno con le proprie possibilità, ma ogni anno potremmo fare un passo in più verso il Divino che è in noi….

Buon venerdi Santo e buona Pasqua iniziatica

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