Siamo abituati a vedere tutto secondo il nostro punto di vista, o secondo quanto ci viene insegnato e quindi abbiamo una visione totalmente settaria delle cose.
Mi viene in mente la famosa parabola del Buddha quando raccontava dei tre ciechi che stavano scoprendo cosa fosse un elefante. Uno dei tre toccava le grandi orecchie e diceva che l’elefante era come un ventaglio, uno toccò le zampe e disse che era come un grande albero, mentre il terzo toccò la proboscide e riferì che l’elefante era come un grosso serpente, ma ognuno aveva una visione settaria (a settori) dell’animale chiamato elefante.
Spesso siamo come quei ciechi che vedono la realtà solo da un certo punto di vista e quindi non riescono a conoscerla e a comprenderla a pieno.
Questo succede in ogni cosa ma soprattutto nelle novità che ci vengono rivelate dagli studi che affrontiamo, soprattutto se sono distanti dall’educazione che abbiamo ricevuto e dalla mentalità della famiglia in cui siamo cresciuti.
Interessante è vedere come ci si sofferma facilmente su ciò che è stato imparato quasi a memoria e come certi studenti siano portati ad identificarsi negli insegnamenti a “scatola chiusa”, senza andare a fondo di ciò che si è studiato, soprattutto se questo comporta avere “visioni diverse o distoniche da ciò che è la visione iniziale che si è ben fissata nella mente”.
Sembra che questo possa portare alcune persone a una sorta di confusione mentale, ma se si impara ad uscire dall’inscatolamento mentale, se si impara a cercare una diversa prospettiva si riuscirà a fare propria la materia di insegnamento ed ottenere una propria tecnica personale per cui si possa visionare ogni problema/proposta/esperienza sotto vari aspetti e, a seconda delle varie prospettive da cui si guarda, riuscire ad avere la visione completa vera, completa a 360° .
Anche nella fisica quantistica ora ci stanno insegnando l’importanza fondamentale del punto di vista, di dove è posizionato colui che controlla, che vede, dell’aspettativa dell’individuo e soprattutto se qualcuno guarda o meno l’esperimento che si sta compiendo.

Anche nel campo dell’olistica, in ogni settore di questa meravigliosa arte intellettuale, di questo paradigma interpretativo del benessere della persona, è fondamentale considerare la tipologia di persona, i sintomi, il possibile protocollo secondo vari punti di vista, così da essere certi di considerare il tutto in una visione a 360° che comprenda l’uomo con le sue limitazioni tipologiche, la propria indole, i sintomi ma soprattutto il suo intero modo di vivere la vita.
Quindi dobbiamo cominciare a vedere le cose anche sotto un punto di vista diverso. Ad esempio quando un cliente si rivolge a noi floriterapeuti, di solito noi iniziamo a cercare di capire che tipologia di persona sia e questo lo deduciamo dal suo comportamento, da ciò che ci dice e da come si muove. Inoltre facciamo alcune domande a cui il cliente ci risponde, spesso sinceramente, a volte meno sinceramente, per cui noi traiamo un quadro della situazione e consideriamo la tipologia della persona da quanto abbiamo scoperto con questo tipo di approccio.
Ma se le cose non stessero veramente in questo modo? Se il nostro cliente stesse fingendo (magari non solo a noi ma anche a sé stesso?). Se questo scandagliare nel suo intimo lo portasse a mostrarsi in modo diverso per protezione?
Come poter scoprire che abbiamo sbagliato a definire la sua tipologia? Ci sono ottimi insegnamenti al riguardo, ma quello a cui nessuno mai pensa è un modo particolare e sarò lieta di potervelo spiegare nel dettaglio durante l’webinar di giovedi 4 Novembre 2021 che effettueremo nel gruppo dedicato a voi, cari allievi e nel quale sarò felice di darvi una prospettiva diversa di visione per lavorare in tutta serenità.
Vi aspetto