La radiestesia, disciplina antichissima e conosciutissima in tutto il mondo, fu chiamata in questo modo dall’Abate Bouly alla fine dell’800, perchè prima era conosciuta come rabdomanzia già dall’antichità.
Si cercava l’acqua, i minerali, dove costruire una casa, quale sarebbe stato il terreno migliore per ogni tipologia di coltivazione, come ad esempio Mose che nella bibbia cerca l’acqua con il suo bastone da rabdomante.
Molti di voi la conosceranno perché le nostre nonne, con sapere antico, predicevano il sesso del nascituro posizionando la fede, legata con una cordicella, sopra la pancia della mamma e a seconda del movimento che essa produceva potevano prevedere il sesso.
Possiamo dure che nell’arco dei millenni ogni oggetto che potesse essere appeso, come appunto la fede nunziale, poteva fungere da pendolino, proprio perché non ci sono limitazioni alla possibilità che questi possano funzionare.
Ma ci sono delle limitazioni alla capacità della persona di saper “gestire” un oggetto simile, così come ci sono limitazioni nel riuscire a percepire le vibrazioni dell’oggetto stesso che dovrebbe darci il responso alla nostra domanda.
Ma se è vero che il pendolino è semplicemente una estensione delle nostre vibrazioni, e che si basa sullo stesso principio della kinesiologia, perché per molti è difficile riuscire a lavorare con un pendolino?
Innanzitutto dobbiamo dire che oggi cerchiamo sempre più pendolini che abbiano una bella forma, che ci attraggano fisicamente, dato che non siamo più capaci di avere una interazione personale ed un intuito che ci porta verso le forme ed i materiali che ci sono più vicini energeticamente.
Questo perchè non abbiamo ancora capito che la radiestesia, come moltissime altre tecniche olistiche deve essere seguita con il cuore e l’energia, e non con la mente e con la logica, con le mode, con quello che “ho saputo di questo o quell’altro tipo di materiale o di forma”.
In questo modo si rischia di farsi male con cose che di norma non sono pericolose, ma lo diventano quando non siamo in grado di utilizzarle nel modo giusto
Ci fidiamo dei libri e delle indicazioni altrui: “il cristallo di rocca ha queste proprietà” pensando che queste proprietà possano aiutarci meglio nel nostro lavoro e così per molte altre pietre, confondendo la cristalloterapia con la radiestesia perché ad oggi si cerca di avere il pendolino che ha delle proprietà, senza invece mettersi in comunicazione con il materiale, la forma ed il peso dell’oggetto che dovrà essere il nostro compagno e aiuto.
E’ come se noi scegliessimo i nostri amici, prima ancora di conoscerli, seguendo le loro caratteristiche: i miei amici devono avere il viso quadrato perché si dice che chi ha il viso quadrato sia più propenso verso gli altri, poi deve portare il 43 di scarpa perché…. E così via dicendo, senza minimamente essere in grado di capire che le interazione fra le nostre energie e quelle che ci stanno vicino e che ci aiutano, non è scritta sui libri o nelle informazioni che ci da internet.
Abbiamo la raffigurazione di un imperatore cinese già 4000 anni fa che cercava le sue risposte con un ramo, ben forgiato, ma un semplice ramo.
Abbiamo trovato in una tomba egizia un pendolo di una forma particolarissima che oggi chiamiamo “pendolo egizio” che era stato forgiato in pietra dura, ma non abbiamo nessun reperto archeologico che ci mostri pendoli di quarzo, o di altre pietre particolari.
Quindi perché voler per forza lavorare con pietre che non sono idonee allo scopo? Solo perché l’interazione con queste pietre ci dicono che abbia questo o quel risultato su di noi? Ma qui stiamo parlando di cristalloterapia… non confondiamo le cose. Radiestesia è ben diversa da cristalloterapia e lo spiegheremo nella nostra lezione dedicata agli allievi di questo bellissimo corso in una lezione in diretta sul gruppo dedicato proprio alla radiestesia.
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