il rituale del Pane fra i popoli antichi

Ayurveda e cibo
Qualcuno mi chiedeva del “Pane del solstizio” che ha una valenza molto speciale per tutti coloro che seguono il nuovo paganesimo, dato che era veramente importante anche per i popoli antichi.
Dobbiamo però ricordare che il PANE era ben diverso da quello che conosciamo noi oggi.
Quando vedo le immagini di Gesù che spezza una pagnotta, sorrido, perchè allora, a quei tempi, non esistevano le pagnotte ma si trattava di pane azimo e non lievitato, quindi tipo “panelle” o “piadine” come le definiremmo noi oggi.
E poi di che cosa erano fatte? non tutti i popoli potevano permettersi il grano che cresce solo in alcune zone (grano tenero nelle zone temperate fredde mentre il grano duro nelle zone temperate calde, mentre nelle zone tropicali il grano non cresce)da cui si ricavano pani di consistenza diversa. Come le brave casalinghe sanno, dal grano duro si ricava la pasta, ma il pane non lievita.
Nelle zone più fredde, ossia il Nord d’Europa, abbiamo solo il farro, la segale e l’orzo (da cui deriva anche la bevanda tipica delle popolazioni nordiche: la birra)
Per cui se a Roma si beveva vino e si mangiava pane di frumento (e di farro, e si beveva vino, fra i popoli della Gallia si mangiava pane non lievitato di segale (soprattutto) di avena (scozia e limitrofi) farro e di orzo che sono gli unici che possono essere coltivati in zone dal clima freddo e si beveva birra fermentata dall’orzo e dal luppolo.
Il mais era ancora da scoprire, in quanto nativo dell’America e altri cereali sono esclusive delle zone tropicali.
Per cui il pane, così come lo conosciamo noi oggi a quei tempi non si conosceva, ma c’erano delle abitudini ben radicaste in tutti i popoli antichi.
Essendo così legati alla terra, conoscendo quanto si doveva alla Grande Madre, ogni popolo antico aveva una divinità per ogni aspetto della vita, della natura e del cibo che essa elargiva.
Il pane era un alimento che, nonostante tutto, si poteva trovare quasi sempre sulla tavola (si fa per dire) di tutte le famiglie, e l’usanza era che fosse la madre, assieme alle figlie a prepararlo, e a portarlo in tavola.
Spettava poi al capofamiglia l’atto di “spezzarlo” perche di norma si trattava di un pane solo, e di distribuirlo ai vari componenti della famiglia.
La distribuzione veniva sempre effettuata in senso orario, con i componenti della famiglia ben posizionati attorno al desco.
Ma prima dello “spezzare del pane” il capofamiglia lo benediva e per farlo richiedeva l’aiuto di chi era stato in grado di portare a maturazione la pianta: il SOLE.
Ecco perchè ancora oggi noi facciamo sul pane o sulla polenta il segno della croce, perchè la croce era il simbolo del sole, più o meno uguale per tutti (in oriente ed in Egitto era uncinata per specificarne il potere sulla Terra) ed è colui che fa crescere il cereale, portandolo poi, a fine lavorazione, sulle nostre tavole.
Quindi una volta spezzato, il pane veniva spezzettato ogni parte ad ognuno, a seconda dell’età, del lavoro svolto e del bisogno personale.
Quel pezzo di pane rappresentava l’unità familiare, il ruolo di ogni componente della famiglia, ed il capofamiglia ne era il “riconoscente divino” che in quel momento donava ad ognuno ciò che dal Divino era stato elargito agli uomini.
Non si guardavano le colpe, se uno era bravo o meno, se aveva svolto o meno il suo lavoro (queste erano discussioni che venivano effettuate al di fuori del momento del pasto che veniva ritenuto SACRO) e nessuno vi era escluso.
Quindi nel momento in cui pensate a Gesù che spezza il pane, vorrei che pensaste che ogni uomo era Gesù, che ogni madre era Maria Maddalena e ogni figlio erano i 12 apostoli.
Insomma l’ultima cena in una normale famiglia che consacrava il pasto, che credeva nella Natura divina di ogni cosa venisse elargita sulla Terra ed aveva il giusto rispetto per i doni provenienti da ogni altra forma vivente che nasceva, cresceva e moriva anche per dare sostanza fisica e energetica all’uomo.
Ed il solstizio era il momento in cui la Luce ed il Buio alternavano la loro forza. Il solstizio d’inverno, specialmente, era il momento in cui la Luce cominciava a vincere la sua battaglia.
Quel “pane” così importante per alimentarsi, che era nato nel momento in cui la Luce (il sole) regnava vittorioso sulla terra, ricordava all’uomo che l’energia in esso contenuta, quella Luce, quel calore, quel sole, erano la forza che serviva loro per assistere nuovamente alla vittoria della LUCE sulle Tenebre del lungo e faticoso inverso di sopravvivenza, sia fisicamente che energeticamente e spiritualmente (a buon intenditor poche parole)

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