Yule – solstizio d’inverno pagano (parte 2)

Yule, sciamanismo pagano D.A.S.P.

(prosegue)….E nella corsa fra la Luce ed il Buio fa capolino anche la Luna. Ricordiamoci che i calendari antichi pagani erano calendari lunari, che duravano 28 giorni come la luna e che scandivano ogni attività che venisse effettuata sulla terra.

L’uomo aveva imparato a seguire le fasi lunari. Quando tagliare la legna per fabbricare imbarcazioni e quando invece per costruire una casa o anche per riscaldarsi. Ogni fase lunare aveva i suoi lavori, ben precisi e comprensibili se solo vogliamo ricordare che la Luna influenza l’acqua che gli alberi di acqua vivono.

Yule era il momento in cui la Luce del giorno ricominciava a vincere sul Buio della notte, una continua altalena in cui, anno dopo anno, il buio e la luce si davano il cambio…. Prima era più lunga la notte, poi era più lungo il giorno.

In Yule cominciava a riaffiorare la Luce, il giorno diventava più lungo e quindio dsi cominciava a preparare tutto ciò che sarebbe servito poi, in primavera per arare i campi, per ogni faccenda primaverile ed estiva. Poi non ci sarebbe più stato tempo per aggiustare gli attrezzi, per preparare gli spazi dove raccogliere le messi e molto altro, perché sarebbe stato il tempo in cui la natura non lasciava tregua, era da seguire in tutta la sua corsa verso la crescita, dalla semina fino al raccolto il tempo era sfruttato tutto al massimo per il lavoro, qualunque esso fosse.

Ma la magia di questa festività parte dal giorno del solstizio, che veniva determinato dalle “porte” costruite in vari siti, come ad esempio a Stonhenge e poi continuava per otto giorni, fino circa al primo giorno di gennaio.

Oggi determiniamo i giorni così, ma allora erano chiamati diversamente e calcolati con calcoli astronomici dai più saggi (druidi) della comunità.

Erano otto giorni di festa, in cui le comunità si riunivano nei luoghi sacri per festeggiare l’arrivo della Luce…. Ma quale :uce?

Anche la Luce interiore, dato che per i popoli che seguivano la Natura e la rispettavano essa era presente anche dentro di loro.

La Luce che Yule portava era una luce interiore, la felicità della bella stagione, del calore in cui tutto era più semplice, del sole che splendeva nel cielo portando la Vita sulla Terra e soprattutto, le calde sere estive che portavano calore anche nei cuori.

Il freddo, quel terribile freddo che non era solo esterno, ma anche il freddo dell’anima, la sopravvivenza nei mesi invernali che portava freddo dentro al cuore, il restare chiusi all’interno delle proprie case con quel poco di calore che potevano fare nel camino per non morire di freddo. Le lunghe giornate invernali cominciavano a diventare più corte, sempre più corte e la gioia ed il calore si riappropriavano del cuore di ognuno………- (continua)

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