Interessante no? Non sembra che nessuno ci faccia caso, anzi, spesso a dare sono proprio coloro che non hanno.
Ma come può essere?
Ci hanno insegnato che se diamo mezzo panino ad un nostro simile che è affamato facciamo una buona azione, e spesso chi ha poco è proprio colui che capisce quanto sia brutto essere senza la tal cosa (cibo o quant’altro) e se ha buon cuore, di solito cerca di dimezzare ciò che ha e di offrirlo a chi ne è senza, così, d’istinto, senza nemmeno pensare alle conseguenze che ciò potrebbe avere.
Se ciò che si dina è un “di più” di cui si può fare a meno ciò non comporta alcun problema, ed è anzi bellissimo e riempie il cuore, ma se si dona ciò di cui si ha bisogno, qui sorgono i problemi.
Non pensate che io sia cinica, anzi, cerco di fare capirre quanto sia importante mantenersi in forma per poter continuare a donare.
Perché dico questo? Perché spesso si dona ciò di cui si avrebbe bisogno e poi ci si indebolisce, ci si pente e non si riesce più a donare nulla nella paura di risprofondare nel problema solo perché si è condiviso qualcosa.
Ho una cara amica che ora si è trasferita all’estero ma che mi ha insegnato qualche cosa di meraviglioso.
Lei era riuscita a creare un “giro” bellissimo di alimenti, senza che per altro nessuno venisse a soffrire della mancanza di qualche cosa.
Se io andavo da lei e le portavo dei biscotti, lei ne teneva solo la parte che le era necessaria, a lei ed alla sua famiglia, e gli altri li portava alla vicina, la quale, nel momento in cui l’amico che aveva l’orto le portava della verdura in piu, faceva la stessa cosa. Una parte la teneva per se e il resto lo divideva fra coloro che le avevano portato qualcosa nei giorni precedenti.
In questo modo nessuno aveva di più e nessuno aveva di meno, e tutti avevano imparato questa bella modalità (che per altro si riscontra normalmente nelle popolazioni indiane dei Jaina) e vivevano sereni ed in buona compagnia: anche le amicizie sincere non mancavano!
E quando si parla di ENERGIE?
Qui la faccenda si fa un po’ più seria.
Quando si tratta di energie nessuno pensa che ci si debba ricaricare prima di offrire forza energetica e forza guaritrice agli altri.
Dato che non la vediamo, sembra che l’energia sia inesauribile.
Ma lo sanno bene i pranoterapeuti che danno la loro energia fisica grossolana, per cui ad un certo punto si sentono veramente scarichi e devono riprendersi prima di poter donare di nuovo.
Ma anche i Reikisti, e coloro che lavorano con le terapie olistiche danno energia e devono stare attenti alle energie che donano ai loro clienti, perché se sono “scarichi” possono trasmettere energie basse, grossolane e non certo in armonia con il loro lavoro di “operatori della Luce e del benessere”.
Spesso per rigenerarsi bastano quei pochi minuti di esercizio fatto bene alla mattina, e ci si ricarica per una intera giornata. Se fosse una giornata molto difficile, in cui si sprecano troppe energie, basta ripetere l’esercizio, per quei pochi minuti, quando se ne sente il bisogno.
Lo sanno bene i cinesi che alla mattina passano dai parchi situati in ogni città e si ricaricano che vari esercizi, come il Qi Gong, il Guo Lin ed altri.
La loro tradizione li rende capaci di concepire la parola “prevenzione” che da noi è rimasta ad appannaggio solo dei dentisti.
Ma così come fai prevenzione per i denti, non converrebbe fare prevenzione per il tuo corpo? Ma questo è un altro argomento di cui parleremo in un altro articolo.
Per adesso cerchiamo di capire che se non ci ricarichiamo, nessuno sarà mai così auto-ricaricante da poter dare all’infinito, senza avere dei problemi.
So di Reikisti che ad un certo punto hanno lasciato Reiki, perché si sono sentiti scarichi e delusi. Questo Reiki non era stato insegnato nel modo giusto: non si era insegnato l’importanza dell’autoricarica.
Anche molti operatori olistici ad un certo punto si sentono svuotati, scaricati, dato che la loro professione richiede proprio di entrare in empatia con il cliente e che spesso quest’ultimo risucchia le loro energie.
Non bastano sale nelle ciotole o shunghite sotto i lettini…. Qui serve un esercizio che ricarichi le energie.
Il Qi Gong dei 5 animali (per saperne di più clicca qui) è un esercizio che richiede dai 5 ai 7 minuti ogni mattina. Quegli stessi minuti che di solito occupi per vedere se qualcuno ti ha inviato un messaggio, o che ti servono per attendere che il caffe salga.
Ed allora perché non approfittare di quei minuti per effettuare l’esercizio che ti porterà ad essere una persona così carica da poter dare energia senza rimanere scarico tu stesso?
Noi consigliamo di effettuare l’esercizio anche ai nostri allievi ed ex allievi, ormai professionisti operatori di Mindfulness &Yoga dolce, perchè il Qi gong dei 5 animali ti aiuta anche ad essere un istruttore yoga più energetico.
Impara che per dare devi prima avere, altrimenti ti esaurisci e finisci per odiare una professione alla quale hai dedicato la tua vita e che, magari, ti ha anche dato tanto.
L’insegnate: Daniela Spachtholz ha acquisito le competenze di insegnate Yoga negli anni ’80 frequentando scuole all’avanguardia e finendo la sua preparazione con Lama Tibetani che le hanno insegnato lo Yoga Nidra, lo Yoga psichico e le meditazioni di pace mentale, oggi i suoi diplomi sono riconosciuti Csen
Ha frequentato con successo un corso nel 2007 ed ha continuato ad utilizzare le tecniche imparate in studio con i suoi clienti e su se stessa.