Facciamo chiarezza sulle tipologie di farine. (1)

sacco farina

Quanta confusione c’è fra le varie farine in commercio. Ma sono tutte buone? Che qualità hanno differentemente l’una dall’altra? Cosa conviene acquistare per nutrirsi in modo corretto?

Innanzitutto dovremmo dire che variare è la cosa migliore in quanto se un tipo di farina è scarsa in un nutriente, l’altro tipo compenserà la carenza, ma quello che più interessa penso che sia conoscere quante tipologie di farine ci sono, come possiamo orientarci fra queste tipologie e quale fa più al caso nostro di altre.

Vorrei fare un piccolo riepilogo delle “farine” che ci sono in circolazione per capire come alimentarsi in modo naturale, sapere cosa mangiamo e soprattutto come e quando variare la nostra dieta così da evitare di diventare celiaci (troppo pasta con troppo glutine) oppure incorrere in problemi di fegato e reni determinati dalle farine troppo elaborate.

Questo articolo sarà necessariamente molto lungo, per cui lo suddivideremo in varie puntate, per non dover ridurre alcune informazioni che possono essere importanti.

Ci sono moltissime varietà di grani e di farine, ma c‘è purtroppo anche molta confusione.

Oggi vorremmo fare un po’ di ordine e capire qualche cosa in più.

Abbiamo il grano, detto anche frumento che è quello che viene coltivato da più di 4500 anni nelle zone temperate di quello che chiamiamo il vecchio mondo.

Si suddivide in grano duro e grano tenero con diverse tipologie di utilizzo e di valori nutrizionali.

Il GRANO DURO, da cui si ricava la semola, viene utilizzato per la pasta fatta a mano e per alcuni tipi di pane, e rimane una farina più ruvida e grossolana.

È ricco di nutrienti in quanto cresce nelle zone più calde e asciutte (meno ricco d’acqua)

Il GRANO TENERO viene utilizzato per la panificazione e per i dolci, essendo la sua farina molto liscia e fine.

È meno ricco di nutrienti in quanto cresce in zone più fredde ed umide e quindi è più ricco d’acqua.

Purtroppo, a differenza di quelli che oggi chiamiamo grani antichi, molti di questi grani sono stati manipolati anche geneticamente, per risultare più produttivi, per mantenere meglio la cottura e per lievitare meglio (presenza di glutine in sovrabbondanza), spesso fanno lunghi viaggi da un continente all’altro, portando caratteristiche che, come dice l’ayurveda e tutte le nuove ideologie dell’alimentazione, è sconsigliata in quanto i cibi andrebbero consumati il più possibile sul posto, perché le sostanze nutritive sono quelle legate al posto così come la richiesta dell’organismo è legata al posto dove si vive.

Questi grani antichi (senatore Cappelli, Korasan kamut©, gentil rosso, Jervicella, Perciasacchi, Rieti originario, timilia),

 

Per quanto riguarda il grano Kamut, forse non tutti sanno che “Kamut” è un marchio registrato e non un tipo di grano. La multinazionale Kamut international ne ha registrato il marchio e tutte le farine Kamut arrivano da grani del Canada, ma la qualità reale del grano è Korasan, nome egizio che significa “anima della terra”.

Il grano Kamut non è adatto ai celiaci in quanto, essendo comunque sempre una tipologia di grano, contiene glutine.

Questo grano Korasan viene oggi coltivato anche in Italia e precisamente in Abruzzo, Campania e Basilicata, con il nome di Saragolla.

Si tratta di un grano con tutte le caratteristiche dei grani antichi, con una elevata quantità di Sali minerali e vitamina E, un grande potere antiossidante e altamente digeribile, ma soprattutto il fatto che possa essere coltivato solo in modalità biologica dando un grano più affidabile anche sotto l’aspetto di nutrizione, sempre per il discorso della territorialità del prodotto e del consumatore.

-continua il prossimo venerdi –

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