Cosa c’entra un “rubino” in riflessologia? Non siamo impazziti, ed i veri riflessologi sanno di cosa stiamo parlando.
Adesso cominciamo a capire cosa è il “rubino stellato”.
Effettivamente è una pietra, una pietra particolare che però fa parte della serie dei rubini, ed è un rubino a tutti gli effetti, ma che è fatto in modo diverso e che ha proprietà un po’ diverse dal rubino normale.
Se abbiamo sempre detto che portare sempre sul dito un anello di rubino è controproducente, in quanto l’energia del rubino è troppo potente e rischia di rivolgersi contro alla persona se è utilizzato in modo continuativo, il rubino stellato ha proprietà leggermente diverse.
Cominciamo con lo specificare che un rubino montato su un anello o in un bracciale o in forma di collana, normalmente è un rubino puro o semi-puro per cui ha una valenza molto maggiore di quella di un rubino grezzo e opaco, non completamente trasparente e pertanto non puro.
Perciò chi possiede un anello di una pietra grezza, opaca che fa parte della serie dei rubini non dovrebbe avere nessun problema. Questo non vale, logicamente, per le pietre pure, come abbiamo detto.
Il rubino stellato fa parte della famiglia dei rubini ma è una pietra semiopaca, nel senso che solo la sua parte superficiale è trasparente, mentre la parte sottostante è traslucida e opaca, e lascia trasparire una specie di stella al suo centro.
La parte lucida esterna è fondamentalmente quarzo e il gioco di luci viene effettuato da segmenti particolari di un materiale che si è incastonato nella pietra nel momento in cui si è formata.
All’esterno è lavorata a forma di un cono che assomiglia ad una normale pietra, pertanto è anche molto maneggevole.
Di norma sono piccoli, lunghezza massima 4 o 5 cm ed hanno molteplici proprietà.
Proprio per queste proprietà sono utilizzati per specifici trattamenti nella riflessologia, nel Ku Nje, nello shatzu ed altre discipline di digitopressione.
Si, perché questo particolare rubino, questa pietra così poco conosciuta anche da chi commercia in pietre, ha delle caratteristiche particolari che vengono elevate nell’utilizzo con la pressione della pietra sul punto da trattare.
La cosa bella è che non sono appuntiti, ma completamente lisci e quindi ben si adattano alla nostra filosofia, tutta tibetana, che il corpo non ha bisogno di essere stressato ma semplicemente coccolato con manovre semplici, leggere e delicate che portano al riconoscimento della capacità di perdono e di accettazione dell’esterno, del macrocosmo, nell’interno, nel microcosmo, nell’intimo di ogni persona.
La filosofia dell’Amore e della compassione sono alla base di moltissime tecniche di guarigione, a partire dal Reiki per giungere alle più complicate e sottili come la riflessologia o Reiki di Lemuria, dove la “dolcezza” e il benessere nell’effettuare la seduta porta le energie ad aprirsi per accettare “diversamente” ogni problema ed elaborarlo.
Il rubino stellato, avendo una superficie liscia e gradevolmente rigida, ma ben rotondeggiante, viene apprezzato anche per il contatto fisico con il piede o con la parte da trattare.
Sono ormai moltissimi anni che utilizzo nelle sedute di riflessologia i miei due rubini stellati ed ho ottenuto meravigliosi risultati proprio li, dove non si riusciva ad ottenerli, sui punti più difficili.
Ma come va utilizzato? E cosa ci si può aspettare da questa pietra?
Ne parleremo giovedi 10 febbraio alle ore 21,00 sul gruppo dedicato alla riflessologia e alle tecniche di digitopressione.
Vi aspettiamo.
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