L’importanza del Testimone in Radiestesia

biotensor per radiestesia

La radiestesia, tecnica conosciuta già nell’antichità e di cui abbiamo chiara testimonianza nella Bibbia, con un Mosè che trasforma il suo bastone da rabdomante in un serpente vivo, è stata molto osteggiata nei secoli passati, in quanto non capita e collegata alla magia.

Ma i tempi sono mutati, molte pratiche a cui si dava una connotazione di rituale magico oggi vengono spiegate dalle nuove conoscenze scientifiche ed hanno perso la loro connotazione magica per entrare a fare parte della nuova scienza.

Se quindi ha passato un lungo periodo di oblio, di periodi oscuri, la radiestesia è ormai è una tecnica molto conosciuta ed apprezzata in ambito olistico, ma la utilizzano anche medici e scienziati ritrovando finalmente il suo ruolo scientifico anche fra le tecniche olistiche riconosciute.

In fondo la scienza riconosce una pratica similare, la Kinesiologia, come tecnica valida per un test che si basa sul riflesso muscolare conseguente ad un evento/elemento che viene posto nell’arco della funzione fisica (o psicofisica) del muscolo.

Infatti, oltre al test effettuato direttamente dal kinesiologo che verifica la reazione muscolare ad un elemento o ad un evento/pensiero, assistiamo ad una proliferazione in ambito scientifico/medico di moltissime macchine che “testano” su base kinesiologica prodotti di ogni genere e tipo, dagli alimenti alle situazioni ambientali, per comprovare il riscontro della persona ad un certo cibo o ad una possibile fonte allergenica.

Sono apparecchi utilizzati in studi medici, in farmacie ed in altre strutture paramediche e olistiche e quindi approvati dalla medicina, scienza che oggi è l’insegna di tutto ciò che si è autorizzati a credere.

Ma se una prova kinesiologica si effettua al momento sulla persona e ne richiede la presenza fisica al momento del test, la radiestesia ha una marcia in più: si può effettuare a distanza, ma per fare questo serve un piccolo oggetto, qualcosa che abbia la sua energia e che possa sostituire la presenza della persona stessa.

C’è bisogno di qualche cosa che le appartiene o che ha tenuto vicino per un certo tempo e che si è caricato delle sue energie. Piccole cose che poi vanno restituite, per fare in modo che la “macchina” funzioni.

La nostra “macchina” in radiestesia è il pendolino, oppure, per chi ne ha praticità, il biotensor, anch’esso un magnifico strumento molto sensibile e preciso

Questo si carica proprio dall’energia lasciata dal proprietario sull’oggetto che abbiamo ricevuto e che deve fare da “testimone” cioè che deve sopperire alla mancata presenza fisica della persona per caricare il nostro apparecchio che farà il test in sua assenza.

Ma come funziona esattamente questo “testimone”, cioè l’oggetto che serve a caricare la nostra “macchina/pendolino”?

E soprattutto perché non possiamo farne a meno?

Questo verrà spiegato nella lezione che si terrà giovedi 24 febbraio alle ore 21,00 sul gruppo dedicato ai nostri allievi di RADIESTESIA.

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