Sono 13 i teschi di cui parla la tradizione Maya e che dovrebbero portare pace, abbondanza e benessere su tutta la Terra, ma solo quando, una volta scoperti tutti, l’uomo sarà anche in grado di accettare, capire ed utilizzare al meglio questi fantastici doni.
Fino ad ora ne sono stati scoperti solo alcuni ma sembra che fra essi vi siano dei falsi.
Andiamo a scoprire più in dettaglio i teschi ritrovati che fanno parte di questa leggenda.
Il, primo teschio di cui si ha notizia fu trovato nel 1926 a Lubaatun nello Yucatan.
Si tratta di un teschio di quarzo ialino perfettamente integro e levigato a cui mancava solo la mascella inferiore che venne successivamente ritrovata a circa una decina di metri dal punto del teschio stesso.
Il tipo di quarzo di cui è composto questo cranio è talmente duro che, parole testuali degli esperti in materia “ sembra quasi impossibile che possa esistere realmente”.
Sempre gli esperti hanno calcolato che il manufatto in questione risale a circa 3500 anni fa in un periodo dove sarebbe stato molto difficile effettuare un simile lavoro, in quanto la perfetta levigazione, il fatto che non esista una sola deformazione o un difetto sia nel quarzo che nella lavorazione, fa pensare che sia stato effettuato con sfregamento di sabbia. Questa tecnica però richiederebbe, per un simile tipo di quarzo con questa durezza, un tempo di più di 300 anni di lavoro ininterrotto e la capacità di mani esperte che si susseguono.
Per questo pare veramente impossibile che questo manufatto risalga a tale epoca.
Il peso del teschio è di circa 5 kg e le misure sono esattamente quelle di un teschio umano (circa 13 cm di larghezza e 18 di profondità)
Qualcuno afferma che questo teschio venisse utilizzato dai sacerdoti Maya per rituali molto particolari.
Chi lo ha analizzato e l ha avuto in possesso anche per pochi giorni, afferma di aver avuto particolari esperienze e che, forse, questo manufatto è in grado di influire sui pensieri e sull’umore delle persone.
Da dove arriva realmente? Che utilizzo aveva?
Il secondo teschio di cui abbiamo notizia è quello in possesso ai coniugi Parks, che vivono in Texas.
Questo teschio sembra essere stato trovato da uno sciamano discendente dei Maya in Guatemala, che poi passò di mano ad un guaritore tibetano ed infine fu regalato ai coniugi texani che al primo momento non apprezzarono il macabro dono e lo lasciarono in una scatola fino a quando non videro il servizio sul teschio di cui abbiamo parlato precedentemente.
Allora lo esposero in casa e la signora Parks gli diede anche un nome: Max, perché, sostiene, fu il teschio stesso a comunicarle il proprio nome.
Ora questi coniugi fanno vere e proprie tournee per mostrare il teschio nei vari paesi ed hanno aperto anche una pagina Facebook.
Un terzo teschio era esposto al British Museum e molti affermano di averlo visto muoversi nella sua teca di vetro.
Ecco perché molti scappavano urlando dalla stanza del museo dopo averlo visto esposto. E fu proprio per questo motivo che per molto tempo il museo lo tolse dall’esposizione, ma sembra che ultimamente sia stato riposizionato nella sua teca originaria.
Ci sono altri teschi, uno esposto a Washington ed uno a Parigi, ma sono classificati come “manufatti recenti, probabilmente del XIX secolo”.
Non si sa se queste classificazioni siano reali oppure se siano semplicemente frutto della paura di attestare la veridicità della leggenda, ma sta di fatto che, anche fossero tutti veri, sono solo quattro e ne mancherebbero ancora nove.
Ma la leggenda/profezia dei Maya allora sarà vera oppure sono solo fantasticherie?
Dobbiamo dire che sono molte le leggende che nell’arco di questi ultimi 200 anni sono state fabbricate ad Hoc per portare scompiglio o per aiutare persone ad avvicinarsi alle arti occulte, ma si deve anche dire che molte di esse hanno una qual certa verità sottostante.
Anche se non è proprio ciò che viene raccontato, spesso qualcosa di vero nel profondo della leggenda esiste sicuramente.
Vogliamo pensare che proprio in regioni molto vicine, come ad esempio l’Amazzonia abbiamo i famosi tsantsa o “riduttori di teste umane”? Oggi pensiamo a questa pratica come qualche cosa di sconvolgente, ma anche in questo caso molte verità sono rimaste perdute nelle pieghe di un tempo inesorabile e ne sono rimaste solo le tracce moderne che sono effettivamente molto inquietanti.
Anche se oggi si crede di aver capito come venivano effettuate, sappiamo benissimo che l’antico rituale è andato perduto, proprio come la mummificazione egizia che ha ancora moltissimi lati oscuri.
Ci saranno veramente quei 13 teschi intagliati in un quarzo così duro che “non dovrebbe nemmeno esistere” sulla nostra terra?
Ne parleremo nelle nostre dirette del “salottino energetico” del venerdi, andando a fondo anche di questo particolare argomento.
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Daniela Spachtholz è una ricercatrice spirituale che studia i fenomeni religiosi/esoterici/energetici da circa cinquant’anni e che ha accesso alla biblioteca dei Registri Akashici dove la storia non solo della nostra Terra, ma di tutto l’universo è scritta nei grandi libri eterici.